La poltrona con le ruote

Ho una poltrona Ikea modello Tullsta che ha circa vent’anni. È in pelle nera ed è quasi come nuova, ha solo qua e là qualche piccola ruga, che sull’arredamento siamo tutti d’accordo stia bene, gli dona un tocco vintage che adesso va tanto. Qualche anno fa ho avuto l’idea di sostituire i piedini con delle belle rotelle in legno di ciliegio. Prima di comprarle avevo condiviso il desiderio con mio marito che però non riuscendo ad immaginarne il risultato era un po’ scettico. Con uno slancio di intraprendenza, una volta che lui è stato via per lavoro per qualche giorno, le ho comprate, e con un po’ di buona volontà e un tocco di ingegno, sono riuscita ad effettuare la sostituzione. Non volevo mettere mio marito davanti ad una decisione già presa e realizzata, ma semplicemente mostrargli la funzionalità e anche la bellezza della mia intuizione. Infatti quando è tornato, dopo un attimo di esitazione e forse anche un ben celato disappunto, cedendo al mio invito a sedersi sulla poltrona, non ha potuto che ammirarne la comodità, praticità e versatilità. Poteva spostarsi facilmente dalla postazione lettura vicino all’applique, alla zona televisore e poi ancora verso l’angolo più buio per il riposino e verso il tavolino degli scacchi. Quella volta ho potuto tirare un sospiro di sollievo dopo aver rischiato un bell’incidente diplomatico per eccesso di zelo! E ancora di più ero sollevata, nel vedere quanto di giorno in giorno mio marito apprezzasse quella poltrona. Appena tornava dal lavoro ci si buttava su per poi accogliere fra le braccia, una ad una, le sue figlie; la guidava per andare a guardare Euronews; se avevamo ospiti, eravamo tutti sul divano, ma lui sulla poltrona. Una volta l’ha persino portata in terrazza per fumare! Un giorno però ho notato un movimento strano, mi è parso di vedere, non appena mio marito è rientrato da lavoro, la poltrona spostarsi verso di lui. Subito ho pensato di aver avuto un’allucinazione; ormai era così automatico che mio marito raggiungesse quella destinazione, la poltrona, che riuscivo ad immaginare anche il contrario. Come nel proverbio di Maometto che se non va verso la montagna, è la montagna a spostarsi da lui. Però nei giorni successivi quel tipo di allucinazione si manifestava con più frequenza. La poltrona andava verso la porta al rumore della chiave, verso il divano se c’era seduto mio marito, poi si avvicinava al tavolo…e quando l’ho vista davanti alla porta della camera da letto non ci ho visto più, quella storia doveva finire. Appena sono rimasta da sola con lei sono andata alla cassetta degli attrezzi ed ho preso un cacciavite. Sono tornata piano piano, tenendo il fiato, in soggiorno e l’ho colpita alle spalle! A quel punto non poteva più muoversi. L’ho rigirata ed ho svitato le rotelle, le ho messe in un sacco nero della spazzatura e sono andata giù a buttarle per sempre nel bidone condominiale. La sera quando mio marito è tornato, avevo preparato il suo piatto preferito, riso alla cantonese con pollo al curry, e abbiamo mangiato tutti insieme, anche le figlie, a tavola. C’era un’aria serena e festosa. Poi, al momento di Euronews mio marito si è accorto dell’orrore: Che cosa è successo alla poltrona? Che fine hanno fatto le rotelle?

Ed io, abbracciandolo: Ho capito che erano davvero stupide e inutili, avevi ragione ad esserne scettico. Non prenderò mai più una decisione così importante da sola. Perchè ti amo, davvero, ti amo.

Lui mi ha guardata come se stessi scherzando, poi indicando la poltrona: Beh, almeno rimettile i piedi!

No, può aspettare ancora un po’ così, deve assestarsi.

Abbiamo guardato insieme Euronews, sul divano, con la coperta. Ho lanciato un ultimo sguardo alla poltrona, mi pareva volesse muoversi ma non ce la facesse.

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