
Nell’anno della pandemia, quando tutti sono stati costretti a rimanere a casa, le reti internet erano sovraccariche, come per una pesca miracolosa che a fatica riuscivano a reggere. Tutti avevano bisogno di collegarsi con qualcuno o qualcosa che non era già dentro le proprie stesse 4 mura: i ragazzi dovevano collegarsi con i prof, i bambini con i maestri, i ragionieri con i liberi professionisti, i banchieri con le banche, gli idraulici con i tubi rotti, gli imbianchini con i muri sporchi, i capi di stato con gli stati, i dittatori con i dittatori, i parrucchieri con i capelloni, i violinisti con i pianisti, i pianisti con i velocisti, i boscaioli con i boschi, le api con i fiori. Insomma, nell’anno della pandemia, quando tutti dovevano stare a casa per evitare i contagi, anche quando ci si ritrovava in 10 sotto lo stesso tetto, ognuno comunicava esclusivamente con qualcuno o qualcosa che ne rimaneva fuori. Per questo i modem di tutto il mondo erano molto stanchi, spesso andavano in tilt: i led lampeggiavano dal verde al rosso come a chiedere una tregua che non veniva concessa mai. Perché nell’anno della pandemia la guerra non era solo contro il virus, non si lottava solo per salvare vite umane. Bisognava salvare anche il PIL, il grill, l’IVA, il DEF, il MES, i BOT, le Partite Doppie, lo Slam, il Down Jones, Indiana Jones, l’istruzione, la distruzione, l’educazione, la diseducazione, l’informazione, la disinformazione, lo sport e il riposo e tante altre cose. Tante cose ed il loro contrario. Ma l’unica Arca possibile per evitare l’estinzione di ciò che esisteva, anche se non se ne capiva sempre il valore o il motivo, era restare collegati ad una rete virtuale. E per questo serviva un modem.
Un bel giorno, nell’anno della pandemia, in una casa abitata da cinque umani tutti occupati col proprio cellulare o computer, avvenne che il modem tutt’a un tratto si bloccò. Nessun tentennamento tra il verde e il rosso e viceversa, tutti i led erano rossi. Rossi come un semaforo all’ora di punta. E come un semaforo rosso all’ora di punta, i led erano riusciti a diffondere un altro virus: l’inquietudine. Gli umani si riversarono tutti contemporaneamente attorno al modem. Lo presero, se lo contesero strappandoselo di mano, lo osservarono da ogni lato e spigolo, lo offesero con ingiurie normalmente destinate ad altri umani, lo picchiarono con violenza e lo lanciarono contro un muro, quasi volessero estirpargli un segreto da spia.
– Ma che fate? Così si rompe!
– Bastardo, non può fare come gli pare!
– Controlla la spina, magari non fa bene contatto.
– La presa è a posto, fortuna che i led sono ancora accesi, anche se rossi.
– Infatti, avreste potuto romperlo, e tutti i negozi sono chiusi, anche quelli di riparazione.
– Prova a schiacciare il tasto reset.
– Già fatto, resta sempre rosso questo fannullone!
– E adesso? Come faremo? Io devo ancora comunicare un mucchio di cose!
– Io ho fame!
– Ti sembra il momento di pensare al cibo?
– Bé, anch’io ho fame. Intanto che questo mostro è fermo posso preparare qualcosa.
– Fai pure, io non mi muovo di qui.
– E se non ripartisse?
– Ripartirà. Con le buone o con le cattive.
– Il pranzo è pronto!
– Come hai fatto, così in fretta!
– Mai sentito parlare dei surgelati?
Si misero a tavola, ognuno prendeva il riso dalla padella in centro e mangiava guardando solo il proprio piatto. Il solo rumore che rompeva il silenzio era quello delle forchette che aggredivano i piatti. Il primo che finì di mangiare corse di nuovo dal modem.
– E’ ancora rosso questo maledetto!
– Allora, visto che c’è ancora un po’ di tempo, faccio il bis.
– Anch’io, è buono questo riso, di che marca è?
– E’ del discount.
– Perché non vi sbrigate e venite ad aiutarmi?
– Ma lascialo stare quel modem, magari ha bisogno di riposare. Stacca la spina per un po’ e poi vediamo.
– E io come faccio a lavorare?
– E le mie lezioni?
– Ma intendo per una mezz’oretta!
– Io sono d’accordo, diamogli del tempo. Intanto potremmo farci una partita a carte.
– Qui dentro siete tutti impazziti, giocare a carte in un momento del genere!
– Ok, le sto già mescolando. Gioca chi vuole. Bridge?
– Almeno sparecchiamo prima. Facciamo spazio sul tavolo.
– Io non ci so fare a Bridge. Briscola?
– Ma secondo me si gioca solo in quattro.
– Io so giocare solo a scala quaranta.
– Ma è da vecchi!
– Vada per scala quaranta, do io le carte.
– Secondo me è il reverendo Green, con il tubo di piombo, in biblioteca.
– Sei stata troppo precipitosa, vedrai che non è esatto.
– Cavoli, ne ho sbagliato uno!
– Non dovevi dirlo! Adesso ci hai dato un indizio!
– Allora provo io a dare la soluzione.
– Compro l’Hotel.
– Capitalista!
– No, investo.
– E tu, ogni volta che ci fermiamo in Viale dei Giardini ci spilli un mucchio di soldi!
– Io vedrei anche la quinta puntata.
– Si, questa seconda stagione è ancora più divertente della prima!
– Noo, basta, è una roba troppo da femmine.
– A me piace, non mi fa ridere ma mi rilassa.
– Infatti hai dormito per due ore!
– Zitti, inizia.
– Passami i pop-corn.
Si svegliarono al mattino molto tardi. Si erano addormentati sul divano. Qualcuno per terra. Il primo occhio che si aprì era proprio puntato su un led. Un led verde. Poi si aprì l’altro occhio. L’umano svegliò gli altri scuotendoli ma senza perdere di vista i led. In pochi secondi anche altri due led erano diventati verdi. Tre su sette. Altri tre esseri umani si svegliarono. Così erano svegli in quattro su cinque. Dei quattro svegli, due erano esseri umani femmina. Quando le due femmine si accorsero del modem, già sei led su sette erano verdi. Non sapevano se essere felici o no. Poi si svegliò l’ultimo maschio. Nessuno parlava. Nessuno sapeva cosa dire perché nessuno riusciva a pensare. Nessuno riusciva a pensare a cosa augurarsi. Il settimo led divenne verde. I cinque esseri umani si avvicinarono al modem, sempre senza parlare. Lo accerchiarono, lo fissarono, lo sfidarono con lo sguardo. Il modem non batté led. Gli si avvicinarono ancora, stretti come attorno ad un letto di morte, in una preghiera silenziosa e incerta. Poi una degli esseri umani femmina prese una decisione. Di getto lanciò una mano sulla spina della corrente. Gli altri la guardarono disorientati e spaventati.
– Non farlo, non è ancora il suo momento.
L’altra femmina si avvicinò alla prima per difenderla. Due a tre.
– Siete impazzite? Si è appena ripreso. Abbiamo già fatto una pausa di quasi 24 ore!
Ma le due minacciavano ancora di tirare la spina.
– Almeno votiamo. Decidiamo insieme.
– Io sto con loro – disse un maschio. Gli altri due lo guardarono disgustati. Tre a due.
– Non volete farlo sul serio? Se poi non si riaccende più?
– Anch’io sto con loro. Insomma, ci siamo divertiti, perché non giocare ancora un po’.
– Perché non giocare? Siamo diventati bambini? Il mondo sta andando a rotoli e tu pensi a giocare!
– Ok, come siete seri! Lasciamo stare, torniamo tutti ai nostri schermi per salvare il mondo! – e la femmina che teneva la spina si alzò di scatto, trascinandosi inavvertitamente dietro il cavo e facendo cadere il modem dallo sgabello sul quale era stato tenuto in rianimazione.
– NOOOO, che cosa hai fatto! – e uno dei maschi si lanciò ad afferrare il modem. Per fortuna i led erano ancora accesi e tutti verdi.
– L’abbiamo scampata per poco. Anzi tu l’hai scampata per poco, perché se si fosse rotto ti avrei picchiata.
– Dai, non esagerare. Comunque, adesso è tutto a posto e finiamola qui.
– Io propongo un ultimo giro a Cluedo e poi ognuno torna alla propria attività.
– Ok, ci sto.
– Anch’io.
– Ok.
– Dai iniziamo.
– Io prendo la pedina gialla.
– Io blu.
– Io di cose che pesano meno di un chilogrammo con la Z ne ho trovate tre!
– Per me la Z è la più difficile.
– Io sono ferma alle parole che si urlano.
– Allora vi urlo io una parola con la z: ZITTI! Sto cercando di scrivere due righe di memorie!
– Non stai mica per morire?
– No, ma sono giorni speciali. Saremo sui libri di storia. È meglio lasciare qualcosa per i posteri.
– Smettetela di parlare e concentratevi, non sentite che il tempo è quasi scaduto? Ecco è scaduto. Che cosa avete scritto alla voce Sport?
– Rummikub è semplicissimo, adesso ve lo spiego.
– Se bisogna fare i conti io non ci gioco.
– Tu continua con le tue memorie, tanto si gioca al massimo in quattro.
– Neanche io ne ho voglia, preferisco un gioco in cui non si ragioni.
– Ma no, fidatevi, vedrete che non riuscirete a smettere!
Il modem era ancora verde, sette led tutti verdi. Passò del tempo, non si sa quanto. E i cinque umani, al tempo della pandemia, si addestrarono a giocare, a parlare, a dialogare, a ridere, a cucinare, a mangiare, a fare cose insieme. Ogni tanto guardavano il modem, gli si avvicinavano col computer o il cellulare, per ristabilire un contatto con lui, e non farlo sentire solo. E mantenevano anche i contatti col mondo fuori, nei tempi giusti. Perché nell’anno della pandemia ci si accorse che il tempo è una grande scatola, e il suo valore dipende da quello che ci si mette dentro. I cinque umani volevano lasciare una bella scatola del tempo ai posteri, ai libri di storia, e per questo dovevano ancora conoscersi un po’, e ridere un po’, e piangere un po’, e giocare un po’. Insieme.
E fu così che il modem si adeguò diventando zona rossa 🙂
Non tutti i mali vengono per nuocere. Molto bello il messaggio di questo scritto.
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Bellissimo post 😉 ❤
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