
Dopo tanti anni ho tirato fuori il gioco della dama cinese. Ci abbiamo giocato in sei e ci siamo divertiti. Al contrario della dama tradizionale nella dama cinese non si mangiano le pedine altrui. Le pedine si muovono sempre diagonalmente e possono saltare su un’altra pedina adiacente per arrivare prima a destinazione. Ad un certo punto al centro del gioco c’era una confusione di colori e le pedine, viste dall’alto, sembravano persone in una piazza affollata. La gente saltava a più non posso, più persone incontrava e più saltava. Proprio come in una città in cui ci si trova in mezzo a tanti ma ognuno sta per sé, ci si evita, si “salta”. Anche se va già bene se non ci si scontra, se non ci “mangiamo”, come nella dama tradizionale.
Stavo facendo tutte queste riflessioni, ero ferma in piazza a guardare tutta la gente che mi passava sulla testa, e ovviamente ho perso.
Però al posto di partenza delle mie pedine alla fine c’erano quelle del mio avversario. Tutte nella stessa posizione. Chi vince si ritrova al posto di chi perde. Si vince un cambio di prospettiva!