
Tempo fa un mio lettore carissimo, Raymond, mi ha scritto, tra l’altro, che aveva avuto un disguido con un suo coinquilino per una sciocchezza. Il tema era se fosse opportuno o meno tirare fuori il pane dal congelatore per creare spazio per accedere ad altro cibo.
L’aria era diventata rovente da scongelare non solo il pane, ma i ghiacci artici, e Raymond ha capito che non valeva la pena continuare a difendere la propria posizione per un argomento così irrilevante rispetto agli equilibri mondiali. Quindi ha smesso di difendere la propria posizione e si è dedicato ad altro. Tuttavia nella notte la questione continuava a frullargli involontariamente per la testa. Si potrà trovare un compromesso pacifico che faccia contente tutte e due le parti? Il pensiero tecnico e razionale di Raymond è riuscito a trovare una soluzione. E quindi tutti felici e contenti? Sì, tutti contenti. Ma Raymond si è reso conto che il momento più bello, quello che lo ha fatto star meglio, non è stato quando la sua proposta è stata accettata con entusiasmo, ma quando ha deciso di lasciar perdere. Quando è riuscito a distaccarsi dalla propria posizione ha provato un forte senso di libertà. C’è un bel libro dal titolo: “Vince chi sa perdere”. È proprio vero.