Un cagnone

Per mesi mi sono chiesta cosa scrivere in tempi così stupidamente difficili! La guerra in Europa, con tutte le sue conseguenze, mi ha lasciata svuotata di pensiero. Poi mi sono ricordata di quello che mi aveva detto Alina qualche anno fa. Era a proposito dei terremoti collegati alle grandi trivellazioni per gas e olio. Diceva, nel suo italiano stentato, che la terra è come un grande cane, un cane buono che vuole essere amico fedele dell’uomo. E l’uomo lo riempie di mille aghi sulla pelle, lo ferisce in mille modi. E ogni tanto quel cane si vuole scrollare di dosso quegli aghi e si agita dando origine ai terremoti. La metafora mi era piaciuta, e ripensando ho voluto prenderne spunto per scrivere qualche riga di speranza. Perchè non voglio cedere al pessimismo!

Un cagnone onesto e fedele,

nessun desiderio se non 

rendere la vita mano crudele.

Con sé cibo, acqua, aria, energia

ma di quello che dà 

resta solo amnesia!

Mai si ferma,

gira gira in traiettoria, 

a cercare un senso,

avvitarsi alla storia.

Dell’uomo il migliore amico

e dall’uomo crivellato e tosato!

Sfruttato fino al midollo,

soffocato e svuotato,

piantato di mille aghi accollo.

Ma verrà un giorno, presto certo,

un uomo nuovo, nuovissimo, un bambino.

Lo prenderà con sé, tra le sue braccia, 

seduti lieti nell’angolino.

Lo coccolerà e di baci lo strapazzerà,

e poi ancora, con un gran solletico 

lo farà scuotere da tutti gli aghi, 

togliendogli i dolori, un anestetico.

E cresceranno insieme, grandi amici, 

correndo e ridendo, ogni giorno più felici.

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