La matita

Per legarmi i capelli uso in genere una matita, una penna o un pennello. Stef ha provato più volte ad addomesticarmi all’uso dei più convenzionali fermagli, regalandomene di forme, colori, valore, applicazioni possibili e materiali diversi. Ma non c’è niente da fare, torno sempre alle mie matite, penne (tipo bic per la precisione) e pennelli.Continua a leggere “La matita”

Testa dura

Testa dura, era chiamato mulino “Testa dura”. Per far girare quella testa, per orientarla verso il vento del giorno, ci volevano almeno quattro braccia da mugnaio allenato. Aveva quasi duecento anni, era nato nel posto sbagliato, dove doveva stabilirsi la stazione dei treni, e per questo doveva morire e nascere di nuovo. È stato abbattutoContinua a leggere “Testa dura”

Cereali alle cipolle

Leggo con piacere che le cipolle non solo piacciono tantissimo anche ai sudcoreani, ma addirittura ne hanno fatto un simbolo di libertà. Sembra che nel 2004 la Kellogg’s avesse indetto un sondaggio per scegliere tra due prodotti nuovi da introdurre sul mercato: dei nuovi cereali al cioccolato o alla cipolla. In tantissimi hanno votato, eContinua a leggere “Cereali alle cipolle”

Il tavolino degli operai

Sembrava proprio un tavolino da bar sul marciapiede, però era l’unico, e non c’era un bar nelle vicinanze. Un bel tavolino pieghevole in legno, con due sedie e un ombrellone. Seduti, che mangiavano panini con gusto, due operai dei servizi del gas cittadino, e a fianco, per terra, strettamente osservata, la botola aperta. – CheContinua a leggere “Il tavolino degli operai”

L’arrotino ombrellaio

Sono corsa sulla terrazza richiamata dal suono di un megafono. Un suono che diventava sempre più vicino, evidentemente accompagnato da una macchina. – L’arrotino! affilo lame di coltelli, forbici, affettatrici e rimetto a nuovo i vostri ombrelli! L’arrotino ombrellaio, viene da voi, non dovete scomodarvi, affilo lame di coltelli… Che commozione! Lì a pochi passiContinua a leggere “L’arrotino ombrellaio”

La giraffa e la formica

Ieri mi è capitato di leggere una vecchia intervista a Schweitzer, e a proposito del suo ospedale, diceva che non voleva che andasse in su, verso il cielo, ma che stesse giù, sulla terra. Allora mi sono ricordata di questo racconto che avevo scritto tempo fa. C’era una giraffa dal collo lunghissimo, il più lungoContinua a leggere “La giraffa e la formica”