Testa di rapa

Non era nato così Testadirapa. Era nato come un bambino normale, innocente e gioioso. Da piccolissimo succhiava il latte della mamma e dormiva come un angioletto. Era paffuto e morbido come un cuscino. Da bambinetto correva, si arrampicava sugli alberi, giocava a palla con gli altri bambini, volava in bicicletta e sopportava la scuola. Da ragazzo però, iniziarono i primi cambiamenti. E non parlo di quelli usuali e naturali come il cambio della voce e la prima barba, ma cose nuove che nessun medico riusciva a spiegare. Il viso diventava sempre più rotondo, pallido e duro, e i capelli non riuscivano a stare a posto, erano spessi e fibrosi, e il loro colore passava dal biondo, al quasi bianco, al verde chiaro..fino a diventare, in fase adulta, delle vere cime di rapa! Per questo tutti, grandi e piccoli, avevano iniziato a chiamare quell’uomo particolare Testadirapa. E Testadirapa non aveva alcun imbarazzo a mostrarsi in quel modo, anzi, interpretava la sua metamorfosi come una manifestazione di superiorità rispetto agli altri uomini ed esseri viventi in genere. Si improvvisava medico, scienziato, politico, mediatore, saggio, sacerdote, sentenziando suggerimenti di ogni genere per ogni situazione. Per esempio, consigliava di curare l’influenza con la cera per pavimenti, negava l’esistenza della varicella, suggeriva di cancellare alcuni paesi dal mappamondo, predicava di aiutare i poveri tenendoli lontani e a volte credeva di essere Dio. Ovviamente nessuno gli dava retta, o solo in pochi, ma lui non aveva bisogno di essere apprezzato, gli bastava lo specchio e dargli conferma della sua superiorità mostrandogli quel bel faccione con la corona di erba. Un giorno, mentre riposava sdraiato su un prato dopo aver giocato a golf, un bambino riuscì a strappargli le rape e a portarle alla mamma.

– Guarda che bei fiori ti ho portato mamma!

– Ma queste sono rape! Preparerò una buona ricetta con la pasta.

Intanto Testadirapa, specchiandosi allo specchio della macchinina da golf, urlò al complotto:

– Chi mi ha rubato la corona? Chi ha osato tanto! Testadirapa sono soltanto io!

E per qualche giorno in paese ci fu un po’ di turbolenza per via della sua irrequietezza e per il fatto che nessuno aveva il coraggio di dirgli la verità: e cioè che in testa aveva soltanto verdure, niente di più. Solo il bambino, quando lo incontrò e lo riconobbe riuscì ad affrontarlo:

– Sai che le tue rape erano buonissime? E la mamma mi ha anche perdonato una marachella grazie a quelle!

– Brutto furfante, sei stato tu? Così piccolo e già così disonesto? – e Testadirapa cominciò a rincorrerlo.

– Ma stai calmo, guarda che le tue verdure ti stanno già ricrescendo in testa!- il bambino era velocissimo.

– Le mie verdure? La mia corona! Io sono un re!

– Ma che re! Sei solo una testa di rapa, lo sanno tutti!

E a quanto ne so, sono ancora lì che corrono.

4 pensieri riguardo “Testa di rapa

  1. Si davvero bello! Soprattutto è interessante vedere come si può esprime con chiarezza un pensiero attraverso un’ elegante ironia. E ci sta molto bene in questi casi in cui, invece, ti verrebbe da rispondere pan per focaccia… Così per restare in ambito culinario…..

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