
Mi faccio viva dopo un po’ di mesi passati col blocco dello scrittore, grazie ad una lettura casuale di oggi in cui veniva usata l’espressione “rimpiangere le cipolle d’Egitto”.
Sono andata a cercare quali fossero queste cipolle d’Egitto e mi si è aperto un panorama inaspettato e interessantissimo. Innanzitutto sono una varietà che in Italia sembra si coltivi solo nella zona di Ventimiglia e della Valle della Nervia. Hanno i bulbi piccoli ma la pianta può superare anche il metro per poi piegarsi sotto il peso della sua stessa testa, toccare il terreno e sviluppare nuove radici. Da qui anche il nome di “cipolle che camminano” (e già mi viene da pensare a quanto l’espressione “abbassare la testa” possa avere un’accezione positiva: la testa che con umiltà guarda il terreno perdendo lo sguardo dall’orizzonte sicuro e così dà spazio a riferimenti nuovi, nuove radici per nuove piante, nuova vita che cammina!). Gli antichi Egizi avevano una vera venerazione per le cipolle, le consideravano un alimento sacro e le dipingevano in numerosi affreschi. Sembra che la forma sferica e gli anelli concentrici simboleggiassero per loro la vita eterna tanto da seppellirle addirittura insieme ai faraoni! Adesso capisco la grandezza di questa civiltà! E pensare che a casa mia non la sopportano neanche quando la propongo tagliata a metà, sul cuscino, contro il raffreddore!
Ma tornando all’espressione “rimpiangere le cipolle..”, viene dal libro dell’Esodo, il popolo d’Israele era stanco della fuga nel deserto e del cibo frugale, ed inizia a rimpiangere lo stato di sottomissione all’Egitto pur di poter mangiare un po’ di pesce, legumi e cipolle!
Oggi siamo a fine 2021, 2 anni di pandemia, e in tanti rimpiangiamo le nostre cipolle d’Egitto! Quando potevamo stare in 100 a cantare in una stanza, quando le mascherine le conoscevano solo i medici e alcuni artigiani, quando le mani era meglio averle sporche per farci gli anticorpi, quando il qr code era solo per musei e siti turistici, quando nessuno aveva mai visto un filmato ravvicinato e rallentato di uno starnuto, quando tanti morti c’erano solo nei poveri paesi in guerra, quando si poteva andare in ufficio e non avere i bambini in braccio mentre si fa una riunione in zoom…ed anche io mi ci metto, rimpiango la mia libertà: sono chiusa in camera l’ultimo dell’anno! cavoli, non potevo essere positiva nei giorni di lavoro? questo Covid doveva proprio rovinarmi le vacanze?… Però, in fondo, mi è rimasto ancora quell’ottimismo che mi fa credere che questo sacrificio “nel deserto”, questo cammino lungo già due anni e che ancora non ci ha dato certezze, ci sta traghettando verso orizzonti nuovi. Ci sta piegando la testa per farci mettere nuove radici e far nascere piante nuove con nuovi metabolismi per produrre aria nuova. Devo aver pazienza e fiducia, stare chiusa in una stanza può essere un’opportunità. Nelson Mandela è stato chiuso in cella per anni, ma quella chiusura lo ha fatto crescere umanamente e spiritualmente ed ha portato libertà al genere umano. Quindi, intanto ho l’opportunità di ricominciare a scrivere.
Buon anno cipollini!!! ricomincio con tutti voi! e non rimpiangete le cipolle d’Egitto!
Finalmente sei tornata e alla grande!!
Buon Anno
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Buon anno a te cipollina!
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Grazie Karin, molto interessante!!!!!!! Non ho capito bene….sei positiva?
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Brava, mi piace!
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